Teatro 7 srl presenta

Michele La Ginestra- Ettore Bassi – Sergio Zecca

BANDA [DIS]ARMATA 

di Adriano Bennicelli
Regia Roberto Marafante

dal 10 al 29 APRILE 2012

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locandina banda disarmataDamiano ha quarant’anni, una moglie rumena che lo chiama “defisiente”, un curriculum fatto solo di colloqui di lavoro e un figlio di cinque anni che tenta di conquistare con l’unico mezzo a sua disposizione: lanciandolo in aria, ovunque, di continuo, entusiasta. Perché è convinto che i bambini abbiano bisogno di volare in aria, perché come lui vivono di aria, immaginano cose che non ci sono, sognano cose che non si avverano.

Iaio fa la manutenzione degli strumenti musicali del Quirinale. E’ l’opposto del suo amico Damiano, un uomo pratico e incazzato con tutto, che Damiano ammira  sconfinatamente per la sua capacità di affrontare la vita a testa alta. E per quella di nascondere agli altri la sedia a ruote su cui si muove.

 Tito è cieco. Non vede niente se non quello che gli altri non riescono a vedere. Sarebbe professore di musica, ma il provveditorato ha disposto per lui solo un posto di insegnante di inglese, Vive con sua madre, una donna che combatte una sua battaglia personale a colpi di naftalina contro le tarme. Anche Tito ha una battaglia in corso: quella per evitare di essere sterminato assieme alle tarme. 

Perché un non vedente, un non deambulante e un non pensante si ritrovano un giorno sul cornicione del palazzo presidenziale, con uno striscione che rivendica la dignità dei padri? Cosa li porta a questa clamorosa rivolta contro lo stato, armati solo di strumenti musicali?

E perché la polizia li considera al pari di terroristi? 

Questa è  la storia di tre uomini privi di strumenti.

Assediati da barriere architettoniche e mentali, tentano una disperata insurrezione disarmata. Anzi, disarmante.

Perché siamo tutti bravi a fare le rivoluzioni con la pistola in mano.

Ma provateci voi con una tromba.

Adriano Bennicelli


“Banda (dis) armata” è una “commedia” moderna all’italiana, che cerca la sua strada di qualità, sia nella struttura che nei significati, in autonomia dai cliché della narrazione  televisiva o dalla comicità invadente del “cabaret”… e non è facile.

La commedia non deve solo far ridere, ma anche riflettere; magari deve incuriosire, forse un po’ avvincere; sorprendere, lasciarti con un bel ricordo.

Non deve durare troppo, né troppo poco…

La commedia è come la vita sembra semplice e invece è complicata.

E’ così anche per i nostri personaggi che semplicemente diventeranno amici, ma questo non vorrà dire non complicarsi la vita…

Ma non raccontiamo troppo della trama, perché lo spettacolo è un susseguirsi di piccoli, ma fondamentali, colpi di scena che costringono a cambiare continuamente il punto di vista dei tre protagonisti… e appunto anche la loro vita.

Questo essere sempre in bilico tra la risata e la tragedia permette di viaggiare sul difficile crinale di un allestimento tra il simbolico evocativo e una narrazione divertente, articolata sempre con un ritmo cinematografico.

L’idea di fondo è che ai tre personaggi appartenga un armadio, quell’oggetto casalingo così ingombrante eppure tanto privato…

Quante cose possono avvenire in un armadio, quante se ne possono nascondere!

L’armadio è un mondo, un pezzo di esistenza, la parabola dell’uomo… ha uno sportello che permette di vedere cosa c’è dentro.

Su tutto troneggia un grande orologio che è il simbolo di quello del Palazzo del Quirinale, fulcro della vicenda, un orologio che segna il tempo di una nazione, ma anche il ritmo della vita di tre semplici uomini e della loro musica, sì perchè i nostri eroi hanno trasformato quest’arte nella forza della loro amicizia.

Ecco come sono diventati una banda… una banda armata, ma solo di strumenti musicali… Intorno però ci sono molte persone che non sanno più distinguere  strumento da strumento, fra quello che da senso alla vita e quello che l’aliena… e su questo punto non c’è relativismo che tenga!                                                               

Roberto Marafante


Una commedia gradevole, che sa far ridere senza rinunciare a far riflettere, che assicura due ore di divertimento parlando di cose serissime. (Corriere della sera)

Tre attori di manifesta bravura si esibiscono in uno show esilarante che riserva non poche sorprese. (Teatrofax)

Da sottolineare la prova dei tre attori, che confermano, anche nel difficile ruolo di tre persone diversamente abili, la loro tecnica, il loro brio. (L’Ottimista)

Un disoccupato idealista che colleziona corsi inutili, un paraplegico che si occupa degli strumenti del Quirinale, un cieco che insegna inglese senza sapere l’inglese: ovvero, una banda di “loser” da far invidia a I Soliti Ignoti di Monicelli. (Sagoma Comedy)

 “Banda Dis-Armata” è uno spettacolo in cui si fondono mirabilmente comicità e sentimento, passioni drammi e debolezze: merito di una grande forza recitativa degli attori, di un meraviglioso testo teatrale e di una sapiente regia. (Il grido)

Banda Dis-Armata” è la rivoluzione non violenta di tre amici che vivono ai margini della società, di tre uomini privi di strumenti.

Damiano (Michele La Ginestra) è sempre alla ricerca di un lavoro ed è l’unico italiano che si fa mantenere da una moglie rumena che lo chiama “defisiente”.

Iaio (Ettore Bassi) è un paraplegico, custode degli strumenti delle bande musicali del Quirinale, è un eterno amareggiato e si sente in credito nei confronti della società.

Tito (Sergio Zecca) è un non vedente che vive con la madre in una casa cosparsa di naftalina e che insegna lingue pur essendo diplomato in tromba al Conservatorio.

Tutti uniti in una sola protesta contro il  mondo.

Per quale motivo un non vedente, un non deambulante ed un non pensante si ritrovano un giorno su un cornicione del Quirinale e vengono scambiati per tre terroristi?